Centinaia di desaparecidos, ragazze e ragazzi scomparsi nelle profondità dell'Atlantico solo perchè speravano in un altro mondo possibile, perchè avevano il coraggio di opporsi alla dittatura, perchè lottavano per la libertà.
Dopo la richiesta del tribunale di Roma dell'arresto di 140 responsabili del Plan Condor, il piano di sterminio sistematico degli oppositori ai regimi sudamericani degli anni '70, e l'arresto a Salerno di Jorge Fernadez Nestor Troccoli, un ex agente dei servizi segreti uruguaiani, si aprono nuovi scenari per quello che deve diventare la Norimberga della guerra sucia. in questo processo entra prepotentemente, e come non poteva essere altrimenti, Henry Kissinger, la "mente" dell'occupazione statunitense del Sud America, chiamato a testimoniare proprio dallo stesso Troccoli. ora che l'ex segretario di stato fosse implicato nell'intero piano di sterminio non ci sono dubbi, è sterminata la letteratura in materia, ma fin'ora la sua figura non risulta intaccata da alcun provvedimento, anzi gira il mondo e tiene conferenze applaudite e ben remunerate come se il passato non esistesse. il processo di Roma, e spero quello di Buenos Aires, deve invece mostrare la realtà per quello che è e quindi punire i veri responsabili della mattanza, a partire dal premio nobel per la pace, sempre se non continua a fuggire miseramente alla giustizia, come già avvenuto in Francia nel 2001.
Nel 1973 infatti è stato consegnato a Kissinger il prestigioso premio a seguito della risoluzione del conflitto in Vietnam con il vietnamita Lu Duc Tho, che però rifiuta il Nobel per il protrarsi del conflitto. è degno un uomo del genere di fregiarsi di un riconoscimento del genere? è accettabile che chi ha ordito la strage di tanti innocenti, chi ha appoggiato criminali assassini come Pinochet e Videla, possa essere considerato un simbolo della pace nel mondo? da Stoccolma dovrebbe arrivare un segnale forte, un atto di giustizia e, veramente, di pace, togliere il nome di Kissinger dalla lista dei nobel, revocargli il premio e condannarlo così davanti all'intera comunità mondiale.
Forse chiedo troppo, forse non siamo ancora pronti a passi così importanti ma sarebbe l'unica maniera per dare speranza a tutti gli oppressi del mondo. certo nessuno darà più la vita ai tanti caduti in America Latina e nel mondo ma chi ha lottato per la libertà, chi è morto per far vivere i propri valori, non chiede una seconda occasione perché se libero un uomo muore, non importa di morire!
9 commenti:
Posso aggiungere una ciliegina sulla torta al racconto di quella bella saga di ipocrisia ed impunità globale che è la vita (e la fedina penale) del signor Kissinger?
Lo sapete infatti cosa fa di bello il buon Henry ora nella sua laida vecchiaia oltre che l'applaudito conferenziere?
Il consulente di politica estera per il Vaticano! ebbene si, strenuamente voluto, ovviamente, da Papa Ratzinger in persona.
Chissà se la massa dei fedeli ratzingeriani lo sa che quest'uomo ha mandato a morire decine e decine di migliaia di persone dei paesi più cattolici del mondo (ed anche alcuni preti come Mujica)...
Chissà se un giorno la storia farà cadere in disgrazia oltre ai vari burattini Videla, Massera, Bordaberry ecc.... anche il vecchio burattinaio a stelle e striscie...
Sottoscrivo ogni parola di quello che hai detto nel post.. Io studio la Spagna e il Sudamerica da un po' di anni e ora sto proprio preparando un esame di cultura latinoamericana sulle violazioni dei diritti umani e ti assicuro che oltre a Kissinger, ci sarebbe gente ai massimi livelli di una serie di istituzioni, due nomi su tutti l papabile e gesuita Bergoglio e Pio Laghi ex nunzio apostolico in Argentina e amico opersonalissimo di Massera, che dovrebbe essere fuori da ogni posto di responsabilità, ma sappiamo tuti bene che non bastano 30.000 persone sul groppone per condannare una persona, io mi acconterei della condanna della storia
Un tuo omonimo Roberto
Francesco, grazie del prezioso contributo che sai dare ai miei post.
Mio omonimo,benvenuto nel blog,spero possa continuare a farmi visita e contribuire grazie alla tua preparazione in materia.
per quanto riguarda il ruolo della chiesa,è inammissibile che gente che si è macchiata del sangue di tanti innocenti continui a considerarsi l'unica vera fonte di salvezza.e non punterei il dito solo su ratzinger ma sul suo predecessore, il tanto caro giovanni paolo II.l'incontro con Pinochet rimarrà una delle sue più grandi macchie
Oltre a quell'incontro io considero molto più infauste due cose, in primis il silenzio sui desaparecidos da parte della gerarchia latinoamericana e vaticana (parlo della gerarchia perchè altri come Enrique Angelelli vescovo di La Rioja e alcuni seminaristi parlarono e vennero fatti sparire)e in secundis la condanna senza appello della teologia della liberazione,che aveva dentro di sè una visione particolare della missione cristiana..
Sempre il tuo omonimo Roberto
hai ragione Roberto.sul silenzio, anzi sulla partecipazione della chiesa in particolar modo in argentina ho scritto un po di tempo fa e condivido il tuo pensiero.
la condanna della teologia della liberazione è un altro fatto di cui la chiesa deve provare vergogna
E'vero, la partecipazione di preti e gruppi di cattolici alla lotta contro le dittature totalitarie in America Latina portò al formarsi di una nuova lettura del massaggio cristiano, definita appunto Teologia della Liberazione,che la chiesa puntualmente condannò. La cosa buona però è che quei nuovi concetti di solidarietà sociale sono ancora perseguiti da gente umile, da missionari, preti e non, medici che hanno scelto di vivere tra i poveri, tra i campesinos, e di cui poco si parla.
ciao laura, hai perfettamente ragione ed il nostro caro Alex Zanotelli ne è la prova.
ci vediamo presto.ciao
Già! E ne sto conoscendo altri come il dottor Pietro Gamba in Bolivia e padre Angelo Gelmi tra le comunità di indios. Ciao e a presto!
Ritorno con piacere a leggere, dopo qualche tempo, il tuo blog che trovo sempre interessante e mai banale; cosa rara di questi tempi!
Sarebbe davvero un gesto forte, nonché giusto, quello che hai sottolineato con questo tuo post, anche se dubito sarà effettivamente messo in atto.
Per quanto riguarda la condanna dei vertici della Chiesa della Teologia della Liberazione concordo con i vostri punti di vista, e soprattutto con lo stato presente, e lo slancio futuro sottolineati da Laura nel suo intervento; ovvero che i protagonisti, più o meno in vista, della Teologia della Liberazione hanno effettivamente seminato, e continuano a farlo.
Ed oggi, i vari movimenti latinoamericani (penso a quelli indigeni in particolare) che credono che un modo ed una politica più giusti non siano solo possibili ma doverosi, e che si mettono in gioco in prima persona per ottenerlo, beh forse in piccola parte potrebbe essere visto come 'frutto' dei suddetti 'seminatori'.
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