dopo aver avuto l'onore di incontrare il premio Nobel Esquivel ieri ho avuto il grandissimo privilegio di ascoltare il presidente boliviano Evo Morales nel corso dell'incontro svoltosi presso una stracolma aula magna dell'università "La Sapienza". avere Evo a due metri, vedere da vicino il suo viso sempre sorridente, quasi impaurito da tanta acclamazione, riempie l'anima di speranza, davvero un altro mondo è possibile e le semplici parole pronunciate dimostrano che non è poi così difficile raggiungerlo.
ad introdurre Evo è stato il sempre presente Giannone Minà. volto paonazzo e capelli ormai canuti si è rivolto al compagno presidente apostrofandolo come "giovanotto" e ricordando come il sacrificio del Che non sia stato vano, ha prodotto infatti una presa di coscienza tale nei popoli sottomessi da permettere loro di sollevarsi e rivendicare diritti propri. forse il buon vecchio Minà non ha tutti i torti ma non so quanto ci sia di retorico e acchiappapplausi in queste parole.
Evo è li, il suo classico vestito blu con richiami alla bandiera della sua gente ai bordi, che guarda spaesato, certo stanco dei continui incontri cui era invitato a partecipare già nella giornata di domenica a Rimini, come riportato in http://vivabolivia.splinder.com/, di certo sorpreso dalla massiccia affluenza di gente accorsa per salutarlo.
prende la parola e cala il più assoluto silenzio, pendiamo dalle sue labbra e guai a chi fa rumore!
il suo intervento inizia ricordando come sia partita la grande avventura che lo ha portato a vincere le elezioni, dalla difficile infanzia, dalla mancata possibilità di andare a scuola fino ad elencare orgoglioso le grandi riforme che stanno resuscitando il paese.
la TERRA e la COCA sono le battaglie che legano il popolo campesino perchè sono alla base della loro stessa cultura, la lotta li rende compatti e la compattezza da loro la forza di protestare, di organizzare manifestazioni, di concorrere uniti alle elezioni. dalle dittature militari degli anni '50 alle lotte dei mineros degli anni '60 e '70 alle rivendicazioni dei cocaleros degli anni '90 l'indio, l'oppresso, lo sfruttato che chiede il riconoscimento dei propri diritti è stato tacciato di essere terrorista, pericoloso comunista o narcotrafficante. all'indio fino a poco tempo fa era negata la stessa appartenenza al genere umano.
il dibattito continuo, dice Evo, è stata la sua vera scuola, li ha imparato a riconoscere le ingiustizie che gravavano non solo sul popolo boliviano ma su tutti i popoli sfruttati, dal dibattito sono sorte le prime manifestazioni che poi si sono riversate torrenziali verso La Paz per esprimere il legittimo bisogno di essere, di appartenere, di contare. nasceva allora l'aspirazione dell'intero movimento al potere, perchè solo con il potere politico si può ottenere la LIBERAZIONE.
continua ricordando come provava avversione verso la classe politica boliviana, da lui apostrofata in parlamento come "la prima mafia dello stato", di come ha rifiutato la candidatura alle presidenziali nel '97 e della sua espulsione dal parlamento. proprio quest'ultimo evento, assieme alla minaccia USA di interrompere gli aiuti internazionali nel caso Evo vincesse, ha rafforzato e unito definitivamente il movimento, abbattendo le varie barriere razziali, etniche o tribali e favorendo la vittoria. si è quindi convinto che candidarsi era l'unica soluzione per cercare di vedre realizzate le lotte e come lui dice questa decisione è figlia della distinzione tra politicanti e politici, i politicantisi servono del popolo, i politici servono il popolo.
durante il discorso il silenzio più assordante è interrotto da fragorosi e frequenti applausi e lo stesso Evo cambia marcia quando rivendica le tre grandi riforme che sta portando avanti, riforme sofferte visto che si deve lottare contro il gigante dei media, ma tutti noi conosciamo come è andata a finire con Golia..
per prima la riforma degli idrocarburi, con la nazionalizzazione delle immense riserve che il sottosuolo boliviano offre. sono state recuperate le raffinerie della Petrobras e si sta procedendo ad incrementare il volume di greggio lavorato. il risultato è palese, si è passati da 30 milioni $ a 2 miliardi $ di ricavi e questi soldi in gran parte sono stati investiti nella sanità pubblica e soprattutto nell'istruzione gratuita per tutti in modo tale da abbattere l'analfabetismo fino arrivare ad una completa alfabetizzazione della Bolivia. è quindi passato alla recente riforma sulle rendite da investimenti a capitale estero grazie alla quale lo stato boliviano inverte le percentuali di guadagno da spartire con le multinalionali, dal 20% a favore dello stato si è passati all'80%. grazie a queste entrate, che se per i paesi del primer mundo sono irrisorie per la Bolivia sono immense, si sta ripianando il debito estero, che con Evo speriamo arrivi a zero tra due anni, e si è accorciata notevolmente la forbice tra ricchi e poveri.
parte di queste ingenti entrate sono poi state destinate alla riforma delle pensioni, oggi in fase di dibattito parlamentare ed osteggiata da una miope opposizione. si chiede infatti Evo come può parte della popolazione protestare contro riforme che riguardano tutti, non sono a vantaggio di una singola classe. egli stesso precisa che non vuole rubare denaro a chi ne ha ma a chi ha rubato denaro allo stato per molto, troppo tempo. per quanto riguarda la riforma delle pensioni, questa ha risvolti importanti anche per quanto riguarda la lotta al crimine. con un sorriso disarmante Evo ci racconta di come egli stesso sia andato dal contrabbandiere o dal narcotrafficante domandando perché infrangesse la legge rischiando la galera e si è sentito rispondere che ne erano COSTRETTI per garantirsi la vecchiaia. quale è allora la migliore lotta al crimine se non assicurare una pensione per tutti?
infine due punti importanti, l'importanza della rivoluzione democratica e non armata e la continua ricerca dell' unità nel rispetto della diversità.
ci sarebbe da scrivere ancora tantissimo ma la storia in questo paese si sta scrivendo giorno dopo giorno ed usare ulteriori parole per descrivere l'opera di Evo, il suo carisma, la sua spontaneità non aggiungerebbero nulla a quella che si sta trasformando in leggenda
1 commenti:
E' stato bellissimo partecipare alla giornata di ieri!! E soprattutto vedere così tanta gente che non ha perso la speranza, che rifiuta le ingiustizie e crede che le cose possano cambiare in meglio per tutti! C'è sempre bisogno di uomini umili, come Evo, o lo stesso Alex, che possano essere dei punti di riferimento da cui partire per tentare di cambiare le cose brutte dentro e fuori i nostri confini...Credo che questo sia POSSIBILE!
Posta un commento