ottobre 22, 2007

RITORNO AL PASSATO








Nell'anno del signore 2007 Bush scese nel sud, impose le mani e con un antico rito pagano, si dice tramandato direttamente da Monroe apparsogli in sogno, salvò il continente dalla perdizione eterna facendolo rinsavire dopo un breve ed orribile scivolone socialista.

dopo le recenti e sonore sconfitte della politica USA in sud america il presidente Bush ad inizio anno ha ritenuto opportuno visitare direttamente gran parte del subcontinente per riannodare vecchie amicizie e per tentare di "riaddrizzare" gli eventi. si torna alla solita cara politica del ricatto andando a porre un colossale out-out verso tutti coloro che scelgono di discostarsi dalle linee guida tracciate da Washington per seguire dottrine socialiste tanto temute. in questo modo il viaggio diplomatico non è servito ad altro che a mettere l'uno contro l'altro i vari artefici del risorgimento latinoamericano, così Lula contro Chavez, Chavez contro Alan Garcia, Alan Garcia contro Bachelet e tutti contro Evo in una sorta di circolo vizioso che ha come fine quello della ripresa dell'ALCA e della proliferazione del TLC (trattato di libero commercio). sono stati quindi firmati accordi Brasile-Usa circa i biocarburanti, con forti investimenti statunitensi, proprio quando sta in dirittura di arrivo il grande oleodotto che collega Caracas con Brasilia e Buenos Aires e senza una attenta analisi alle conseguenze a breve termine. perchè se da una parte l'accordo fa del Brasile un leader nella produzione di etanolo, dall'altra fertili territori sono sottratti a colture di sostentamento primario, fatto determinato da profitti non paragonabili, riducendo alla fame milioni di poveri brasiliani e portando Frei Betto a definire queste nuove culture non come BIOcombustibili ma NECROcombustibili. la stipulazione di questi accordi col Brasile e di ltri in Messico che prevedono l'impianto di numerosi impianti estrattivi nel golfo, nel quale recentemente sono stati individuati ingenti giacimenti, punta ad indebolire Chavez nella sua lotta bolivariana, si tende quindi a spaccare quegli equilibri che tanto male fanno agli USA.


se da una parte si lavora con la diplomazia, dall'altra si armano eserciti, regolari e no, e qui il bersaglio preferito sembra essere Evo Morales e la sua Bolivia. il vice di Evo, Garcia Liniera, ha denunciato gli USA quali finanziatori di gruppi oppositori al governo democraticamente eletto con denaro ufficialmente stanzionato sotto la voce "aiuti produttivi". gli states ovviamente controbattono asserendo che il denaro serviva nella lotta contro il narcotraffico, secondo loro perduta, e criticando il governo andino per l'aumento del numero di piantagioni di coca, ma l'azione è chiara, finanziare circoli di opposizione con lo scopo di accendere la miccia nella stessa popolazione per, chissà, generare un colpo di stato non militare ma popolare sul modello del golpe che rovesciò Chavez nel 2002. ovviamente questa è solo una mia personale idea ma se la storia presenta una certa ciclicità e se la CIA non ha aggiornato le sue strategie..


per quanto riguarda quest'ultimo punto, cioè la CIA e come essa abbia agito in sud america, proprio in Bolivia si sta assistendo ad un ricorrere a vecchie maniere, si sta assistendo ad un pericoloso ritorno al passato, quando nel '67 la centrale investigativa si adoperò in prima persone per arruolare, armare e guidare l'esercito boliviano nella tragica lotta contro il Che. per scongiurare nefasti ricordi Evo si è mobilitato in prima persona andando a porre fine alla collaborazione militare con USA ed invitando l'esercito statunitense e lasciare le loro basi nel paese. la motivazione ufficiale è quella di rispettare la "dignità nazionale" ma effettivamente si va a colpire un apparato militare che in bolivia si è reso colpevole di fatti delittuosi quali stupri e violenze contro la popolazione, fatti ovviamente tenuti accuratamente nascosti, e soprattutto ha aperto il fuoco in maniera indiscriminata contro le manifestazioni dei cocaleros proprio quando lo stesso Evo ne era il maggiore rappresentante.


ci sarebbe poi da parlare ancora di Cuba, delle intromissioni degli USA verso il governo rivoluzionario, dei tentativi di destabilizzazione e proprio su questo filone si sta giocando una nuova carta, "l'attacco mediatico". sono infatti circa 70 le emittenti, tra radio e tv, che illegalmente trasmettono verso Cuba trasmissioni dal contenuto facilmente ipotizzabile. a questo proposito voglio pubblicare parte di una lettera che lo stesso Fidel ha inviato a Bush il 21 di questo mese:


Signor Bush:
Il suo blocco genocida, il suo appoggio al terrorismo, la sua assassina legge di “ajuste cubano”, la sua politica dei piedi bagnati, piedi asciutti, la sua illegittima reclusione dei Cinque eroi cubani che denunciarono i pericoli che correvano i cittadini nordamericani e di altri paesi di morire sugli arerei in volo, devono finire.
La sovranità non si negozia. Devono finire ugualmente le vergognose torture che si perpetrano nel territorio occupato di Guantánamo.
Non ci intimidisce con le sue minacce d’attaccare preventivamente e a sorpresa sessanta o più angoli oscuri del mondo. Lei ha già potuto apprezzare i frutti di tutto ciò in Iraq.
Non attacchi altri, non minacci l’umanità con una guerra nucleare. I popoli si difenderanno e in questo immenso falò moriranno tutti.
Grazie per la sua attenzione.
Fidel Castro Ruz
- 21 ottobre 2007.

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