febbraio 08, 2008

LA BOLIVIA E LA VACCA SACRA


Dopo il fallimento degli incontri tra il governo ed i prefetti orientali, in Bolivia l'unica via percorribile per risolvere lo scontro sembra ormai essere solo il referendum. prima di proclamare la consultazione revocatoria nei confronti del governo, che più volte Evo ha assicurato essere intenzionato a proporre, il popolo boliviano sarà chiamato a pronunciarsi circa l'articolo 398 della nuova Costituzione.
Branko Marinkovic, gran burattinaio dei prefetti ribelli e portavoce degli interessi dei grandi latifondisti della "mezza luna" boliviana, nonchè latifondista egli stesso, vede con il fumo negli occhi questo articolo. il 398 rivede infatti la quantità massima di ettari che possono appartenere ad un privato, da 10.000 a 5.000, e da qui nasce la campagna contro la Carta Magna approvata nel dicembre scorso. il referendum è un atto dovuto in quanto l'articolo in questione è stato l'unico a non essere stato approvato dai tre quarti dell'Assemblea Costituente, e i prefetti ora non fanno altro che cavalcarne l'onda.
La questione da porsi è se sia lecito redistribuire la terra. le riforme agrarie boliviane hanno riguardato esclusivamente l'altopiano, posto a 4000 metri e soggetto a temperature minime. la terra consegnata ai contadini era quindi la più sterile e inutilizzabile nella maggior parte dei casi, preservando intatti i grandi latifondi delle verdi regioni orientali, destinati prevalentemente a monocolture ed al pascolo.
Vale di più la salute di una vacca o quella di un bambino? evidentemente per Marinkovic ed i suoi accoliti la domanda non si pone nemmeno e le conseguenze sono disastrose. l'intolleranza della destra boliviana sta portando lo stato alla paralisi, il processo riformatore di Evo è bloccato da una manciata di ricchi rancheros insensibili alle reali necessità della Bolivia

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