La Bolivia, come fa notare in un bel post camminare domandando, è ad un passo dall'abisso della secessione, l'odio è fomentato da infiammati discorsi razzisti e lo scontro fratricida è dietro l'angolo. a mediare lo scontro si è impegnata la chiesa, la cui autorità dovrebbe garantire toni meno esasperati e di conseguenza favorire il ritorno al dialogo.
Quest'oggi è previsto un incontro tra le autorità ecclesiali ed i prefetti della "mezza luna" ma dalle posizioni di quest'ultimi, palesate nelle scorse ore, il dialogo non nasce sotto buoni auspici. Rubén Costas, governatore di Santa Cruz, mostra tutta la sua mancanza di rispetto per le istituzioni democratiche che hanno dichiarato illegittimo il referendum del prossimo 4 maggio, e per le istituzioni religiose che si prodigano a favore della riconciliazione. sono chiare le sue teorie in merito alla riunione di oggi: "questo non sarà un dialogo per definire o meno la realizzazione del nostro referendum, perché questa festa democratica (sic) non ha via di ritorno", in poche parole ha candidamente fatto capire a tutti che se si vuole perdere una mezza giornata l'incontro si può pure fare..
4 commenti:
Penso che la situazione in Bolivia abbia raggiunto un punto di non ritorno...Mi aspettavo una presa di posizione degli altri paesi del sud America contro il rischio reale di secessione e al fatto che questo sia destabilizzante e invece niente per ora...
per non parlare dell'Europa...
interessante
v.
ciao anticap,hai ragione ad auspicarti un'intervento, o quanto meno una presa di posizione netta degli altri paesi sudamericani in merito.credere che obama,clinton,sarkozy o veltroni dopo la vittoria(speriamo)spendano due righe per la Bolivia equivale a sognare,mica ci sono le olimpiadi..
la situazione boliviana rasenta quella tibetana ma nessuno che si azzardi a condannare il tentativo reazionario di rovesciare Evo
grazie roberto del commento lasciato, della visita e degli approfondimenti sulla bolivia ... tornerò a trovarti!
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