Si sta velocemente avvicinando il 4 maggio, giorno dell’illegale referendum proclamato dalle province della “mezza luna”, e di pari passo sta aumentando la spirale di arroganza e violenza da parte dei grandi proprietari terrieri, che dell’intera vicenda sono i veri protagonisti.
Così come in Argentina, anche in Bolivia l’aristocrazia agraria, i padroni del latifondo si oppongono strenuamente all’ondata riformista, in questo caso alla proclamazione della nuova Carta Magna che intacca i loro interessi dimezzando la massima estensione possibile del latifondo.
Come riporta Anticap nel suo blog la comunità indigena Guarnì, la terza per importanza dopo gli Aymara ed i Quechua, nella provincia di Parapetì si trova ad essere sottoposta a condizioni di lavoro che rasentano, per usare un eufemismo, la schiavitù. I rappresentanti della comunità stanno in questi giorni soffrendo rapimenti e torture da parte dei loro “padroni”, alcuni dei quali Yankee, perché protestano chiedendo condizioni di lavoro migliori. Tra loro 33 sono stati feriti e ben 11 sono desaparecidos, scomparsi.
Oltre a sottoporre a condizioni disumane i lavoratori delle proprie terre senza riconoscere loro alcun diritto, i terratenientes rifiutano ogni intromissione da parte di quei pochi e coraggiosi giornalisti che intendono documentare quanto accade. così due reporter, accompagnati da un avvocato della comunità guaranì, sono stati rapiti e tenuti in prigionia per quattro giorni subendo continue torture.
Così come in Argentina, anche in Bolivia l’aristocrazia agraria, i padroni del latifondo si oppongono strenuamente all’ondata riformista, in questo caso alla proclamazione della nuova Carta Magna che intacca i loro interessi dimezzando la massima estensione possibile del latifondo.
Come riporta Anticap nel suo blog la comunità indigena Guarnì, la terza per importanza dopo gli Aymara ed i Quechua, nella provincia di Parapetì si trova ad essere sottoposta a condizioni di lavoro che rasentano, per usare un eufemismo, la schiavitù. I rappresentanti della comunità stanno in questi giorni soffrendo rapimenti e torture da parte dei loro “padroni”, alcuni dei quali Yankee, perché protestano chiedendo condizioni di lavoro migliori. Tra loro 33 sono stati feriti e ben 11 sono desaparecidos, scomparsi.
Oltre a sottoporre a condizioni disumane i lavoratori delle proprie terre senza riconoscere loro alcun diritto, i terratenientes rifiutano ogni intromissione da parte di quei pochi e coraggiosi giornalisti che intendono documentare quanto accade. così due reporter, accompagnati da un avvocato della comunità guaranì, sono stati rapiti e tenuti in prigionia per quattro giorni subendo continue torture.
La manifestazione che si terrà il prossimo martedì a La Paz ha così un grande ruolo, quello di dimostrare a Marinkovic e soci che la Bolivia non si piega più.
3 commenti:
Non avevo mai visto il tuo blog e mi ha positivamente colpito. Anche perchè anche io cerco di dare spazio a notizie che provengono da paesi lontani ma che dovrebbero essere a noi vicini. Ma anche i blogger trattano poco questi argomenti. Ad esempio ho scritto un post su una vicenda dell'India che credo in pochissimi conoscono e che a molti non interessa affatto. E' una mia impressione?
Ciao
Paolo Borrello
www.paoloborrello.ilcannocchiale.it
non ho ben capito la vicenda, ora farò un salto anche sull'altro blog. tienimi informato!
tommi,i latifondisti del parapetì,una provincia boliviana,stanno attuando una massiccia repressione contro i rappresentanti degli indios Guaranì che chiedono migliori condizioni di lavoro.oltre a ciò sono in atto rapimenti e torture anche per quei reporters che tentano di documentare le angherie padronali.
purtroppo,come ben sai,è sempre la stessa storia di sfruttatori e sfruttati che si ripete in tutto il sud del mondo.
paolo,grazie per interessarti al mio blog,effettivamente chi si occupa delle minoranze senza parola è isolato da ogni visibilità semplicemente perchè non crea clamore,così come sta accadendo per la vicenda tibetana. dovremmo forse indire olimpiadi semestrali da far svolgere in ogni paese in crisi per attirare l'attenzione globale?
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