novembre 21, 2007

RIEMPIAMO LO ZOO

Avevamo già conosciuto Héctor Antonio Febres, un mese fa era stato il primo carnefice della ESMA ad essere sottoposto a giudizio. "Selva", questo era il suo soprannome. come da abitudine tipicamente sudamericana, era ed è tuttora prassi nelle forze armate essere conosciuti con un soprannome che rappresenti la propria personalità. Acosta, per esempio, era El Tigre . Febres era conosciuto come Selva perchè "era più bestia che tutti gli animali insieme", così lo ricordano i suoi commilitoni.
Oggi gli avvocati Yazon e Saldua, rappresentanti delle vittime sopravvissute al rapimento ed alle torture perpetrate nella ESMA, hanno chiesto una pena di 25 anni di reclusione. nell'esporre la loro accusa i legali hanno ricordato come la repressione fosse stata pianificata già dal 1968, ovviamente mascherata con la lotta alla guerriglia, e facesse parte del piano di sterminio contro gli oppositori politici. In questa lotta, continuano gli avvocati, Fabres era un esecutore diretto degli ordini di tortura provenienti dai vertici della giunta, compiva il suo ruolo con esemplare abnegazione e si vantava delle sue gesta. "qui il torturatore sono io" o "ho più ore di volo e di macchina di tutti" erano le esclamazioni con cui si vantava, dove per volo si intendono i voli della morte e per macchina la famigerata picana elettrica.
Sono pochi 25 anni? forse, ma se veramente la sentenza fosse questa si può iniziare a scrivere una nuova e bellissima pagina della storia argentina

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ovviamente sarà uno zoo safari...non è vero? cmq mi sembra giunto il momento di guardare al passato e inchiodare questi criminali...tutti!! staremo a vedere...
ciao e buon lavoro
alessandro

Camminare domandando ha detto...

Già...al contrario di quanto sostengono i teorici della "rinconciliazione" come il "buon" Cotroneo che dice che bisogna "staccare gli occhi dall retrovisore" (facilissimo quando non è tuo figlio a essere stato torturato e fatto sparire) o gli altrettanto deliranti sostenitori della tesi secondo cui i processi contro gli aguzzini della dittatura starebbero facendo fallire economicamente la giustizia argentina....

Roberto ha detto...

le tesi di personaggi come Cotroneo non sono neanche da prendere in considerazione, sarò un po drastico ma basta informarsi minimamente per capire quale dramma si cerca di cancellare. per rimpinguare le casse della giustizia argentina proporrei di usare,per i processi, le ingenti ricchezze dei generali torturatori, vedrete che avanzerà anche qualche peso

Anonimo ha detto...

per come la vedo io:
a) occorre sì riconciliare, ricostruire, "dimenticare" (o meglio andare avanti ricordando), ma nello stesso tempo anche punire. il tempo non sistema tutto. anche in italia abbiamo grossi problemi (tipo pribke, ustica, bologna, ecc...). sicuramente sarebbe sbagliato un processo di piazza, ma sbagliatissimo che dei criminali girino indisturbati per il continente.
b) l'argentina spende troppo per i processi contro i generali della "decena"...Benissimo! Che deferisca tutto alla Corte dell'Aja. Sede internazionale. E costi a carico della comunità internazionale (che spende di più per ben altre sciocchezze)
c)Cotroneo ha opinioni alquanto discutibili e soluzioni idem.