La Cubre Iberoamericana non ha portato i risultati auspicati, c'è chi parla di record di sbadigli in aula, ma nelle segrete stanze di Santiago del Cile qualcosa si è mosso. la presidenta Bachelet ed il compagno Evo hanno instaurato una fitta rete di colloqui col fine di assicurare alla Bolivia quel tanto auspicato porto sul Pacifico perso a seguito della guerra Cile-Perù. Evo assicura circa la creazione di una importante rete di solidarietà e, soprattutto, fiducia sia tra gli stati che tra i popoli, significativo è il coro "mar para Bolivia" intonato dalle migliaia di partecipanti alla cumbre parallela, la Cumbre de los Pueblos, riuniti nello stadio di Santiago. già dal 2006 sono iniziati i contatti tra i due mandatari ed a La Paz è stata redatta una agenda di 13 punti che segna il passaggio verso uno storico risultato.
Possiamo ben immaginare quale sia l'importanza di avere un porto, uno sbocco a mare da dove poter far circolare merci senza la mediazione di paesi terzi. è di fondamentale importanza per uno stato come la Bolivia riuscire ad ottenere il mare, è come per un cieco riavere la vista, cambia completamente la vita, soprattutto a seguito delle importanti riforme sugli idrocarburi. con la nazionalizzazione dei pozzi estrattivi e delle raffinerie il passo successivo è quello di allargare il mercato, ottenere contratti vantaggiosi e proseguire in quella politica di democrazia economica di cui ho parlato precedentemente, cioè la ridistribuzione equa delle entrate dello stato.
La stessa Michelle Bachelet, dalle colonne del quotidiano cileno el Mercurio, ha assicurato che ci sono tutte le condizioni affinché la Bolivia possa ottenere l'accesso al mare, specificando però che un conto è concedere un porto e un altro è conferire sovranità sul territorio cileno. dopo cento anni di richieste ignorate, la Bolivia vede sempre più vicina la realizzazione di un sogno, sovranità o no la svolta epocale sembra essere vicina.
Le case editrici si mantengano pronte..
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