"Il quarto stato", un quadro che è diventato il simbolo dello sciopero, della mobilitazione di centinaia di persone che decidono di astenersi collettivamente dal lavoro pur di ottenere i diritti negati, di sacrificare il loro benessere attuale pur di ottenere un futuro migliore per i propri figli.
In Bolivia il concetto di sciopero è interpretato in maniera molto personale da parte di chi non accetta che si consegni un futuro migliore ai figli di milioni di persone pur di mantenere il proprio attuale benessere. in sei dei nove dipartimenti boliviani l'opposizione ha indetto 24 ore di sciopero, da realizzarsi domani, per protestare contro i violenti fatti di Sucre e per come il governo ha approvato la prima stesura generale della nuova costituzione. è strano che l'oligarchia mobiliti centinaia di persone contro fatti scatenati dai suoi stessi accoliti, sappiamo infatti che la guerriglia accorsa per le vie della città boliviana ha avuto come protagonisti le teste di cuoio istigate dall'opposizione stessa. il presidente del comitato "pro Santa Cruz", Marinkovic, ha affermato che mai permetterà l'approvazione della nuova costituzione e che il governo tocchi un solo peso dall'IDH.
Emblematico è il caso della città di Pando, una sorta di roccaforte dell'oligarchia. qui addirittura lo sciopero verrà protratto di altre 24 ore, due giorni consecutivi di braccia incrociate e di manifestazioni. evidentemente la comunità è unita e compatta nell'opporsi al governo di Evo, O NO?? qualche dubbio effettivamente c'è quando si legge che i media locali sono sottoposti a grandi pressioni da parte dei scagnozzi delle prefetture affinchè appoggino el paro, lo sciopero, ma soprattutto quando l'occhio cade su una infame notizia. armati di mazze, catene e quant'altro minacciano tutti quei commercianti e piccoli imprenditori che non intendono scioperare.
Un ennesimo segnale a tutti coloro che vedono in Evo un populista scagnozzo di Chavez intento a distruggere la democrazia in Bolivia... vergogna!
2 commenti:
In realtà è il quarto lo stato del quadro (scusami!). Pero a parte il numero che non significa niente, lo sciopero "bianco" e padronale è una delle armi a cui le oligarchie e le destre sudamericane sono ricorse più spesso per creare il clima di tensione necessario a rovesciare governi democraticamente eletti: dallo sciopero dei camionisti nel Cile di Allende al paro di Ctv nel Venezuela di Chàvez...speriamo che i tempi in sudamerica e nella fragile Bolivia siano davvero cambiati e che il "plan para tumbar al indio de mierda" rimanga una fantasia nella mente di chi lo ha pensato.
In ogni caso complimenti per la "copertura" che stai dando alle vicende boliviane, disdegnate da tutti i media mainstream. Fa davvero impressione vedere le vie dell'amata "ciudad blanca" devastate dal teppismo di UJC e soci.
grazie francesco della pronta segnalazione,in storia dell'arte sono sempre stato scarso!!
a parte tutto grazie per gli ottimi commenti, integri alla grande i post aggiungendo quell'approfondimento che completa il concetto.
ormai le reazioni a governi progressisti assumono contorni grotteschi, si osserva una periodica ciclicità degli eventi che come tu ricordi porta a preoccuparsi seriamente.
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