Dopo la guerriglia urbana scatenata dall'opposizione per le strade di Sucre Evo tenta la soluzione più intelligente, il dialogo, invitando i rappresentanti della destra al confronto affinché si gettino le fondamenta dell' agenda politica dei prossimi mesi, affinché il cammino delle riforme possa proseguire. alcuni di questi profeti della democrazia fondata sul servilismo hanno risposto di non avere alcuna intenzione di incontrare il TIRANNO preferendo la disobbedienza ed i pestaggi. la loro argomentazione è chiara, non intendono rispondere davanti al presidente e quindi davanti a tutta la patria circa i frequenti casi di corruzione e violenza di cui i signori prefetti della "Mezza Luna" si sono macchiati. preferiscono ancora additare il governo e porlo come mandatario della mattanza che purtroppo ha segnato la scorsa settimana, indicandolo quindi come assassino e tiranno. è vergognoso questo atteggiamento, è indecorosa la sfacciataggine di questi oscuri personaggi. uno di questi, forse il più radicale tra i prefetti ribelli, Leopoldo Fernández, si serve quotidianamente di bande di teppisti, che ovviamente si definiscono docili studenti universitari, per assaltare pacifici cortei e costringere con la violenza centinaia di persone. questa è la destra che oggi tiene sotto scacco il paese
Ovviamente questo è un momento difficile del governo, se non drammatico. si trova a dover fronteggiare una destra che cospira apertamente e nelle aule del potere e nelle strade con alle spalle il sempre più vigoroso appoggio della borghesia e dell'imperialismo. così come accade in Venezuela, la campagna di disinformazione guidata dalle multinazionali, dal latifondismo agrario e dalla borghesia industriale santacrucegna, è sempre più spinta, la verità è occultata, il sangue è lavato via dalle mani dei carnefici e questo ha un unico fine, quello di preservare l'interesse privato di piccoli gruppi a discapito dell'interesse comune. in una democrazia, anche nella più imperfetta, se si verificassero tali fatti si griderebbe allo scandalo, si scenderebbe in piazza per manifestare CONTRO questi oligarchi e la loro strategia senza scrupoli. ma forse hanno ragione loro, in Bolivia non c'è democrazia perchè se veramente ci fosse i notiziari non farebbero quotidianamente apparire questi fascisti come i portatori della bandiera della libertà e del diritto.
Ma non serve a questo punto riferirsi solo alla Bolivia per avere riscontri di questo tipo, la nostra sempre più "povera patria" da più di un decennio sta subendo una destra fascista che, mediante il controllo dei media, impone come lotta di civiltà il salvaguardare l'interesse di uno solo..
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