dicembre 15, 2007

LA ESMA UCCIDE ANCORA


Hector Febres, repressore della ESMA e uno dei primi assassini ad essere posti sotto giudizio con la recente riapertura dei processi, è MORTO.
il cianuro si dimostra ancora una volta il rimedio migliore per tergere le colpe e alleviare il dolore che provoca la vergogna, il rimorso, quel senso di colpa che ti prende e ti consuma piano, come il peggiore dei mali, ti pone davanti alle tue responsabilità e mostra il prezzo da pagare.
le indagini circa la reale causa della morte, se effettivamente si sia trattato di suicidio o se il su citato assassino sia stato vittima della legge del taglione, sono in corso ma effettivamente qual'è il vero significato di queste indagini?
a caldo si potrebbe esultare invece di stare a discutere circa il perchè ed il percome di questa morte; finalmente, si potrebbe dire, la giustizia divina ha fatto il suo corso e buona parte delle 5.000 anime della ESMA può esultare nell'olimpo dei forti, ma non è così. Purtroppo.
il rischio più grande è che Febres sia stato ucciso per farlo tacere, per evitare che potesse iniziare a rivelare compromettenti informazioni. durante il processo il genocida ha sempre negato le sue responsabilità in merito a torture e morti, nonostante numerosi fossero i testimoni che lo additavano come uno dei più spietati esecutori, ma prevenire eventuali pentimenti è sempre consigliabile. Selvas, così era conosciuto, doveva scontare le sue colpe, doveva rispondere davanti alla giustizia circa i vergognosi atti di cui si è macchiato. tra quattro giorni era prevista la sentenza del suo processo, tra quattro giorni sarebbe stato condannato per tortura, rapimento di neonati, partecipazione attiva nei "voli della morte", la giustizia in Argentina ha perso per l'ennesima volta.
la terribile vicenda che ha segnato la vita di Julio Lòpez, che ricordiamo essere scomparso ormai più di un anno fa poco prima di consegnare la propria testimonianza al processo contro Etchecolatz, commissario della polizia della provincia di Buenos Aires durante gli anni di piombo argentini, ha insegnato che non tutto è cambiato, che l'Argentina è ancora nelle mani di oscuri poteri. i sopravvissuti al campo di tortura e morte mettono in allarme la società argentina, cercano di spiegare, spesso con il risultato di frustranti silenzi, che esiste un patto tra i repressori, un patto che li lega direttamente alla morte. Febres sapeva bene cosa accadeva nella ESMA, Febres conosceva i nomi di chi torturava, di chi uccideva, di chi annullava migliaia di persone prima ancora di ucciderle.

Febres doveva tacere

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