dicembre 18, 2007

L'ERBA DEL VICINO..

Dopo aver assistito alla ratificazione del Trattato di Libero Commercio (TLC) tra Perù e Stati Uniti risulta inevitabile un raffronto tra le politiche economiche e sociali del paese di Alan Garcia con la Bolivia di Evo. non è importante basarsi su dati, statistiche e grafici vari per osservare quale sia la differenza tra le due linee di pensiero, basta osservare attentamente le facce dei campesinos, dei piccoli agricoltori che sfilano per le strade di Lima e per quelle di La Paz per rendercene conto. sul versante orientale del Titicaca si susseguono manifestazioni di giubilo verso una riforma costituzionale che rovescia la piramide, che pone veramente la base, il popolo al centro della sfera politica e consegna dignità a chi non l'ha mai avuto, sulla sponda orientale si vive di paura, di angoscia per un futuro che non prospetta altro che un ritorno repentino ad un passato di servitù e povertà.
Ovviamente basare un'analisi, che vorrebbe essere un minimo veritiera, sul volto della gente non offre molte credenziali, le parole di un premio Nobel per l'economia probabilmente potrebbero venire in aiuto. l'insigne economista statunitense Joseph Stiglitz, durante la sua attuale visita in Perù, non ha avuto dubbi ad allertare tutti asserendo che "l'entrata in vigore del trattato avrà come principale risultato quello di incrementare le disuguaglianze sociali ed aggravare la povertà rurale, soprattutto tra i campesinos". il Nobel si rifà agli effetti tragici per gli agricoltori messicani dalla stipulazione del TLC nel 1994 e descrive come in dieci anni i salari si siano ridotti e sia cresciuta la povertà rurale per il semplice fatto che i piccoli agricoltori messicani non potevano contrastare i bassi prezzi delle derrate importate dagli USA senza ricevere sussidi statali. il Messico ha la stessa forma di organizzazione rurale del Perù e, se la storia non insegna a porre i debiti rimedi, le conseguenze saranno le medesime.
Sembra improbabile che due nazioni tanto vicine per cultura e tradizioni vadano a scegliere percorsi così diversi. la scelta del Perù sembra essere tanto scellerata da farci purtroppo riflettere sull'enorme problema di Latinoamerica di non riuscire a svincolarsi da politiche suicide per il suo popolo che rispondono solo alla necessità degli USA e dei loro investimenti. il neoliberismo è lungi dall'essere vinto e la ratificazione del TLC ha inferto una profonda ferita al grande processo di rivoluzione democratica in atto. la via è ancora lunga.
que se viaja bien, Latinoamerica

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