Dopo aver seguito l'arresto e l'omicidio di Hector Febres, el Selva, oggi arriva dall'Argentina la notizia secondo cui la giudice Sandra Arroyo ha posto in custodia cautelare i due prefetti responsabili della morte del repressore e la vedova, in seguito rilasciata. la storia dell'avvelenamento di Febres è quanto di più grottesco la cronaca argentina possa offrirci: arrestato a seguito della riapertura del maxi-processo contro i carnefici della guerra sucia, Selva, così era chiamato, era tenuto agli arresti in attesa di giudizio nel Destacamento Delta (che dalla foto non ha l'aria di essere la peggiore delle carceri) sotto la sorveglianza del prefetto Ruben Iglesias, capo del distaccamento. pochi giorni prima di ricevere la lettura della sentenza il boia è stato trovato morto nella sua cella, avvelenato da cianuro.
Sandra Arroyo ha definito l'omicidio come triplemente aggravato: in primo luogo per l'uso del veleno, in secondo luogo per essere stato compiuto da due o più persone, ed in terzo luogo perchè l'assassinio è servito a nascondere altri delitti, cioè per zittire definitivamente Febres. la giudice ha infatti importanti testimonianze che dicono come il torturatore avesse preso la decisione di parlare raccontando alla giustizia i fatti e facendo nomi importanti. l'incriminazione dei prefetti Angel Volpi e Rubén Iglesias si basa sulla copertura che questi avrebbero offerto all'omicidio di Febres, facendo passare in un primo momento la sua morte come morte naturale. la famiglia allo stesso tempo è incriminata per aver nascosto le prove secondo cui il caro estinto stesse preparando una memoria difensiva/accusatoria facendo scomparire il suo computer.
Insomma, il giallo è degno della migliore sceneggiatura, gli indizi sono stati svelati, le prove sono inconfutabili, gli imputati hanno le spalle al muro, ora servirebbe la penna del grande Vàzquez Montalbàn per permettere a Pepe Carvalho di risolvere il caso.
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