Fernando Lugo è il nuovo presidente del Paraguay, la nazione che assieme alla Bolivia detiene il triste primato di paese più povero dell'intero Sud America.
La schiacciante vittoria dell'Alianza Patriótica para el Cambio (APC), ben dieci punti in più rispetto al candidato del vetusto Partito Colorado, segna l'ennesimo trionfo della sinistra latino americana, il continente desaparecido è ricomparso e sta ruggendo tutta la sua rabbia verso un oligarchia infame. il partito Colorado ha infatti guidato il Paraguay negli ultimi sessanta anni trascinandolo in una spaventosa crisi economica e sociale, essendo stato responsabile di 35 lunghi anni di dittatura guidata da Alfredo Strossner, suo padre-padrone.
Mi piace pensare alla vittoria di Lugo come alla vittoria di tutti coloro che hanno lottato per un altro mondo possibile e lo hanno fatto non predicando da un pulpito, o come si farebbe da queste parti dal predellino di un'Audi, ma direttamente nella strada, povero tra i poveri, umile con gli umili e duro con i padroni. Fernando Lugo è un vescovo, o meglio lo era prima della sospensione a divinis imposta dall'allora cardinale Ratzinger, appartenente alla Teologia della Liberazione, fratello di decine di sacerdoti morti amazzati da chi vedeva in loro pericolosi sovversivi comunisti e abbandonati dal Vaticano, così come è stato abbandonato un altro grande uomo che ha affidato la sua vita ai poveri, ai deboli, Oscar Romero.
1 commenti:
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Ciao
Paolo Borrello
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