La Federazione Internazionale per i Diritti umani, FIDH, torna ad occuparsi della Bolivia e lo fa condannando la violenza dei latifondisti della provincia Cordillerana di Santa Cruz, di cui già si è parlato, in opposizione al processo di redistribuzione delle terre voluto dalla legge 1715 di riforma agraria. questa norma non è stata introdotta dal terribile comunista Evo Morales, ma risale al 18 ottobre 1996, quasi dieci anni prima che "el indio de mierda" fosse eletto alla presidenza della Repubblica, ai tempi del presidente ultra-liberista Gonzalo Sanchez de Lozada.
La FIDH condanna l'imboscata ordita dai proprietari terrieri ed eseguita dal loro braccio armato, l'Union Juvenil Cricenista (la Forza Nuova boliviana) il 13 aprile scorso ai danni delle autorità del governo, dei membri dell'INRA (Istituto Nazionale per la Riforma Agraria) e dei dirigenti Guaranì nel momento in cui questa commissione si stava recando nella zona dell'Alto Parapetì.
"La FIDH reitera la sua preoccupazione davanti al razzismo onnipresente in Bolivia che si riflette tanto nei recenti avvenimenti del Parapetì come nel progetto di statuto autonomo del dipartimento di Santa Cruz".
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